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Amaseno : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diFrosinone.

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Comune di Amaseno

Amaseno : informazioni turistiche

Amaseno si trova nel Lazio meridionale, a 110 Km. dalla Capitale, a 29,5 dal capoluogo di Frosinone, a 19 dal mandamento di Ceccano e a 38 dalla diocesi di Ferentino. E' situato precisamente nella valle superiore dell'Amaseno, che si allarga a mo' di anfiteatro tra i monti Lepini a Nord e gli Ausoni a Est- Sud-Ovest. Vi si accede con autostrada, sia dalla Pianura Pontina, risalendo sotto Priverno la valle inferiore dell'Amaseno (Km. 17), sia dalla Valle del Sacco, imboccando sotto Castro de' Volsci la discesa di Vallefratta (Km. 8,4). Qui immette anche la strada proveniente da Fondi che attraversa Vallecorsa. Centro collinare, fondato nel Medioevo in una zona popolata fin da epoche remote; la sua economia è basata sulle attività rurali (agricoltura e allevamento di bufale da latte), alle quali si affiancano alcune imprese artigiane di lunga tradizione. Il centro storico dell’abitato presenta la tipica struttura urbanistica medievale, con case strette le une alle altre e stradine tortuose e anguste che si dipartono dalla centrale piazzetta della Vittoria. Il territorio comunale, attraversato da numerosi corsi d’acqua, è caratterizzato da un profilo geometrico assai vario, in quanto comprende ampie distese pianeggianti coltivate, colline terrazzate e coperte di oliveti nonché rilievi montuosi, il più alto dei quali, il Monte delle Fate, raggiunge i 1.090 m di altitudine. Sullo sfondo dorato dello stemma comunale, concesso con Decreto del Presidente della Repubblica, campeggia una torre azzurra merlata “alla ghibellina”, fondata su una collina e circondata da due rami di piccole rose rosse. Risale con molta probabilità all’VIII secolo d.C., sebbene alcuni ritrovamenti archeologici attestino la presenza dell’uomo nella zona fin da epoche remote.
Nel 1125 venne saccheggiata dalle truppe pontificie di Onorio II; nel Duecento divenne feudo della famiglia Ceccano, passando poi ai Caetani di Maenza e ai Colonna; dal 1494 al 1816 fece parte del regno di Napoli. Durante il secondo conflitto mondiale è stata teatro di numerosi bombardamenti.
Il toponimo, che è stato San Lorenzo di Campagna dal Medioevo fino al 1872, deriva dal nome del fiume che scorre presso l’abitato.
Il fascino del centro storico scaturisce dall’impronta medievale dei vicoli e delle abitazioni, impreziosite da numerosi portali ad arco a tutto sesto, a ogiva o in stile borgognone; sulla centrale piazzetta della Vittoria si affaccia la chiesa duecentesca di Santa Maria, in stile gotico-cistercense, con facciata a capanna, un bel portale e un rosone a otto lobi. Poco distante dall’abitato, su un piccolo colle da cui si gode un panorama suggestivo, sorge il monastero della Madonna dell’Auricola, eretto dai benedettini nel XIII secolo e contenente all’interno preziosi affreschi del XIV, XV e XVI secolo. Interessanti sono anche la chiesa dell’Annunciazione e il convento delle damianite. La sua costruzione è da porsi tra l'anno 1165, in cui il paese fu dato alle fiamme dalle soldatesche imperiali, e l'anno 1177, quando in data 8 settembre la chiesa veniva solennemente consacrata per le mani di tre Ecc.mi Vescovi e dedicata alla B. Vergine Maria. L'anno 1291, come si legge nell'iscrizione incisa sul pulpito, la chiesa ebbe un certo complemento, non meglio specificato, ad opera di Pietro Gulimari di Priverno. Si sarà trattato di semplici rifiniture o addirittura di un prolungamento in avanti del corpo della fabbrica, che si presenta senza le volte e senza le colonne? Dagli Atti Capitolari poi sappiamo che nella seconda metà del Settecento alla chiesa fu aggiunta l'abside circolare e la sala capitolare con il corridoio esterno. Il lavoro fu eseguito dai mastri Alessandro Gonzales e Andrea De Santis negli anni 1759-1766.
Evidentemente tutte queste aggiunte, pur dettate dalle nuove esigenze del tempo, hanno alterato la linearità originale della fabbrica. Il furioso cannoneggiamento dell'anno 1944 recò alla facciata, alle fiancate e alle volte seri danni, crivellandole e squarciandole in più punti. I danni furono riparati negli anni successivi, a cura della Sopraintendenza ai Monumenti del Lazio. Il Campanile, dalla mole massiccia, sormontato dalla cuspide e ingentilito da bifore, cornici e mensole, è contemporaneo alla chiesa, tranne il lato prospiciente la piazza fino al secondo piano, che mostra una struttura più arcaica e forse è un relitto dell'incendio del 1165. Dai dati su esposti appare chiaramente come la chiesa di S. Maria di Amaseno sia anteriore di circa 20 anni alla sorella di Fossanova, che fu iniziata l'anno 1187 e consacrata nel 1208. Essa perciò deve ritenersi il primo monumento nazionale di quella primitiva architettura ogivale, introdotta in Italia dai Cistercensi francesi. La chiesa di S. Maria inoltre, per circa tre secoli dalla sua fondazione, fu verosimilmente officiata dagli stessi monaci. Il fatto, sebbene non comprovato da documenti scritti, è però suffragato da chiare traccie lasciate sul posto dalla loro presenza, come arredi, reliquie, pitture, titoli, usi e privilegi, legati alla storia, alla tradizione e all'arte cistercense.

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