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Cervaro : Arte, Storia, Cultura, Prodotti Tipici, Dove dormire, Dove mangiare, Cosa fare nella Provincia diFrosinone.

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Comune di Cervaro

Cervaro : informazioni turistiche

Centro collinare di origine alto-medievale, con un’economia basata sul settore primario, sulla produzione artigianale di mobili e su alcune iniziative imprenditoriali di più ampio respiro. Dolcemente adagiata sulle pendici meridionali di Monte Aquilone, Cervaro fruisce di una posizione geotopografica privilegiata. Riparata dai venti settentrionali per mezzo di una spalliera montuosa, si affaccia a Mezzogiorno sulla pianura del Rapido-Garigliano, verso cui discende in morbidi declivi, argentati di ulivi, cosparsi di viti e a tratti ombreggiati di poderose querce. La zona montana di Cervaro si eleva fino oltre i mille metri, verso il confine con Vallerotonda, Viticuso, Venafro.
Tale zona è sul versante meridionale dell’Aquilone, che si innalza a 1270 metri sul livello del mare.
La fascia montana inizia a salire dalla località De Piternis, ov’è il celebre Santuario Mariano, ed è caratterizzata da una vegetazione intensa di ulivi, la cui coltura risale ai laboriosi tempi benedettini, fino a perdersi nell’epoche degli Osci, dei Volsci, dei Sanniti, dei Romani.
Sull’etimologia di Cervaro sono state avanzate diverse ipotesi.
Secondo la tradizione popolare, il toponimo sarebbe collegato ad una bianca cerbiatta, che si recava a pascolare sul monte Pesclum.
Un’antica leggenda, invece, sostiene che il nome trarrebbe origine da “Acerba ara”, oggi Cervara, con riferimento al sepolcro dell’ultimo della stirpe dei Tertulli, console insieme con Varone (o Varrone), al tempo dei Goti e da costoro trucidato.
Cervaro si erge su un colle roccioso che domina per largo orizzonte la valle del Rapido-Gari da un’ altezza di 267 metri: una posizione privilegiata che nell’antichità mettevano in comunicazione la Valle del Liri con la Campania ed il Sannio. In tale luogo strategico vi furono, in epoca preromana, probabilmente prima insediamenti volsci e successivamente sanniti. Con il trattato romano-sannitico del 354 a.C. il territorio si trovò a far parte dell’area romana.
I secoli del Medioevo ci raccontano l’affascinante storia dell’agguerrito Castrum Cerbarii che occupava la stessa posizione del pagus romano.
Il paese ebbe dapprima come capoluogo Capua, poi dal 1818 fu territorio della provincia di Caserta e solo nel 1927 Cervaro entrò a far parte della provincia di Frosinone. Si sviluppò in epoca alto-medievale intorno a uno dei tanti castelli fatti erigere dagli abati di Montecassino per difendere la popolazione locale dai saraceni –la zona, comunque, era stata in precedenza frequentata da sanniti e romani–. Spesso subì le devastazioni dei nemici dell’abbazia; nel 1130 e nel 1137, approfittando della guerra che opponeva gli abati a Ruggero II, cercò di conquistare l’autonomia, ma non vi riuscì; nel 1142, però, ottenne una “Carta delle libertà”, con la quale le vennero riconosciuti numerosi diritti. Provò ancora a svincolarsi dall’abbazia nel 1421, mentre questa era impegnata nella guerra tra gli Angioini e i Durazzeschi, ma il tentativo fallì nuovamente; rimase quindi sotto la giurisdizione cassinate fino al 1806, anno in cui entrò a far parte del Regno delle Due Sicilie.
Più volte distrutta da terremoti (particolarmente disastrosi furono quelli degli anni 1231 e 1349), venne colpita da un’epidemia di peste nel 1576; in occasione dello scontro di Cassino del 1943-1944, subì notevolissimi danni e venne ricostruita secondo moderni criteri urbanistici Da visitare sono: il Santuario della Madonna dè Piternis: risale alla fine del XIV secolo. Al suo interno sono custodite diverse opere d’arte, tra cui alcune pregevoli statue lignee risalenti ai secoli XVI e XVII secolo, la crocifissione del 1699, la fonte battesimale del XVI secolo e il coro ligneo settecentesco; il Castello di Trocchio: rappresenta la testimonianza storica più tangibile del territorio.
Situato al oltre 400 metri di altezza alla sommità di una vertiginosa gobba rocciosa del monte omonimo. Originariamente consisteva in una torre quadrata, inclusa in una piccola cinta muraria, oggi si presenta per larga parte distrutto; il Palazzetto Castaldi: posta nella piazza principale del paese con portali decorati di magnifiche cornici di pietra; la Chiesa dell’Annunziata: presenta una veste decorativa di carattere neoclassico, probabilmente della fine dell’ottocento.

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