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Comune di Aquino
Aquino : informazioni turistiche
Il centro fu importante città dei volsci e, in epoca romana, fiorente municipium lungo la via latina, nonché luogo di nascita del poeta Giovenale. Saccheggiata dai longobardi fu poi oggetto di contesa tra diverse famiglie feudali, sulle quali prevalse quella comitale dei d'Aquino. A fine '700 entrò nei possedimenti borbonici. Sopra un gruppo di edifici medievali in piazza S.Tommaso si staglia il palazzo dei conti d'Aquino. La chiesa benedettina di S.Maria della Libera sorse nel 1125 su un tempio romano e con materiali di spoglio. La facciata, affiancata a sinistra da una torre campanaria quadrata, è preceduta da un portico a tre arcate al quale conduce una scalinata. Presso la via latina Antica è il Museo della Città e del Territorio, mentre poco distante dall'abitatosi trova il Comprensorio archeologico di Aquino.
Aquino si trova nella pianura formata dal Liri, nell’area una volta appartenente alla Terra di Lavoro; gran parte del suo territorio è pianeggiante e ricco di risorse per l’agricoltura. Centro collinare di origine molto antica, la cui economia poggia su un discreto apparato industriale e commerciale, oltre che sul settore primario e sulle attività artigianali di falegnameria. Il territorio comunale alterna il profilo regolare e solo lievemente ondulato della pianura coltivata a quello più aspro dei contrafforti del monte Cairo, coperto di folti boschi di lecci, querce e faggi nonché popolato da volpi e lepri; fino ad alcuni decenni or sono questa cima solitaria ospitava anche alcuni esemplari di lupo appenninico, oggi completamente scomparso. Al centro del paese si eleva un’alta torre medioevale. Vicino si notano i resti del castello dei d’Aquino, secondo alcuni casa natale di San Tommaso, nato più verosimilmente a Roccasecca. Inoltre si conservano alcuni tratti di mura, due porte, e il capitolium, di cui si può osservare un muro perimetrale. Situata fra la bassa valle del fiume Liri e le propaggini meridionali del monte Cairo, dista un solo chilometro dalla superstrada Fondovalle del Liri, concepita come una sezione della più ampia dorsale appenninica di collegamento interno tra Perugia, in Umbria, e Benevento, in Campania; a 3 chilometri sono posti sia il casello di Pontecorvo dell'autostrada A1 del Sole (Milano-Roma-Napoli) sia la stazione di riferimento sulla linea Roma-Cassino-Caserta. L'aeroporto intercontinentale “Leonardo da Vinci” dista 137 chilometri, il porto commerciale e turistico di Formia (LT), dal quale partono i collegamenti per le Isole Ponziane, 48 chilometri e il porto commerciale di Napoli, il più importante del basso Tirreno, 106. Fa riferimento a Roma, Frosinone e Cassino per i rapporti con le istituzioni e per i consumi.
Menzionare oggi Aquino significa subito richiamare alla mente il nome di San Tommaso, uno dei più grandi teologi e filosofi del Medioevo. Ma Aquino è anche città dal ricco passato. In tempi antichi vi si distendevano tre laghi, prosciugati nel secolo XVI. Prende il nome dall’antica città di Aquinum, prima voisca poi romana che, con ogni probabilità, deriva il toponimo dal l’abbondanza di acqua. Sulle origini c’è molta incertezza poiché non si sa quando la città venne fondata: la zona sembra popolata stabilmente a partire dal l’Eneolitico ed entrò nell’area di conquista dei volsci intorno al IV secolo. Fu sede di un importante insediamento volsco, divenuto nel 39 a.C. colonia romana e poi distrutto dai goti e dai longobardi. Inserita nel ducato di Benevento, divenne sede di gastaldato (IX secolo) e di contea (X secolo), costituendo per molti secoli il centro di potere dei conti D'Aquino.
Nel XV secolo passò sotto il dominio della famiglia D'Avalos e nel 1583 venne acquistata dai Boncompagni, che la tennero fino alla fine del Settecento, quando entrò a far parte del regno di Napoli. Il toponimo, citato anche nelle fonti classiche, non ha un'etimologia certa: forse si può confrontare con altri toponimi in -INUM, in genere connessi ad antroponimi, in questo caso il latino ACIVIUS o l'osco AKVIIAI. Il passato ricco di storia rivive attraverso numerose e prestigiose testimonianze architettoniche: la presenza romana è testimoniata dalle lastre di pietra lavica dell'antica via Latina, da tratti di mura augustee, dall'arco di Marcantonio, le cui colonne sono oggi in parte sommerse dalle acque, dal Capitolium o tempio maggiore, trasformato in età tardo-antica in una chiesa in onore di San Pietro, e dalla porta di San Lorenzo o Capuana, di epoca imperiale, attraverso cui si accede all'antica AQUINUM; l'età medievale è rappresentata soprattutto dalla chiesa di Santa Maria della Libera, costruita tra il 1000 ed il 1100 in stile romanico, arricchita da un prezioso mosaico nel portale centrale e da una lunga scalinata, sul cui ultimo gradino sono incastonate le TABULAE LUSORIAE, prototipo romano di scacchiera. Il patrimonio monumentale annovera inoltre il castello dei conti D'Aquino e la recente cattedrale, realizzata negli anni Cinquanta, nel cui interno sono custoditi un grandioso mosaico di Carlo Mariani e altorilievi ceramici dello scultore Angelo Bianchini. Aquinum era importante per il notevole sviluppo agricolo (il territorio conserva ancora tracce di una centuriazione) e per le attività artigianali ed “industriali” che contribuivano a rifornire una parte del mercato romano. Si specializzò nella lavorazione della porpora, attività ricordata da Orazio: “Chi non sa riconoscere la lana tinta ad Aquino dalla porpora di Sidone?”. Un’altra attività specifica dell’Aquinum romana fu la fabbricazione di terrecotte. Già nel III secolo si ha notizia di un aquinate di religione cristiana e nel V secolo la città appare fra le diocesi; è accertata anche la presenza di vescovi fino alla distruzione del 590, quando la sede episcopale rimase vacante. La nuova Aquino fu ricostruita in altro sito, in direzione del Monastero di Montecassino, su un terreno caratterizzato dalla presenza di un dirupo tagliato a picco sui laghi. Entrata definitivamente nell’orbita longobarda, Aquino, intorno al 747, tornò ad essere una città di notevole importanza in quanto i suoi signori controllavano i territori circostanti fino a Fregellae, Cassino e Interamna.
Nonostante Carlo Magno l’avesse donata al papato, fino al IX secolo la città gravitò nell’area del ducato di Benevento, dipendendo dal gastaldo di Sora. Verso la fine del IX secolo il gastaldato si suddivise in due ed Aquino diventò capoluogo dell’area della valle più bassa del Liri. Da quel momento si creò un potere locale che la rese indipendente. I nuovi “padroni” di Aquino si confrontarono con il Monastero di San Benedetto a Montecassino tentando di sottrarre territori al potente cenobio che possedeva sin dal IX secolo, proprio vicino alla città, la cosiddetta Torre di San Giorgio insieme a una chiesa e a un convento. Successivamente i d’Aquino riuscirono a controllare feudi in diverse regioni del Mezzogiorno, possedimenti che la famiglia suddivise in tante signorie nel corso del secolo XII. La città, essendo posta al confine fra stato papale e regno dèl Sud, venne a trovarsi in una situazione estremamente delicata. Aquino fu di nuovo distrutta da Corrado IV nel 1252: rimase in piedi solo il castello attorno al quale si sarebbe formato in seguito un piccolo borgo con pochi abitanti in lotta contro il terreno paludoso.